I Grandi Arancioni, o semplicemente, Arancioni, appartengono al genere Physeter Bus, e si differenziano in due sottospecie, Bus filus e Bus benza.
Scoperti e classificati per la prima volta nei primi anni novanta da Davide Toffolo, gli Arancioni fanno da sempre parte dell'ecosistema dei Portici, una fitta rete di canali invasa dalle mangrovie, dove pullula la vita, nascosta dalle volte carsiche che si intrecciano ad una moltitudine di canali minori: ovunque, è possibile vedere vita acquatica, primati arboricoli, vacche selvatiche che si abbeverano, ibridi di docente che guardano dalla cima dei rami, snocciolando incessantemente chicchi di caffè, tirando penne. Una rara specie di insetto, lo Statino, si può ammirare lungo il tratto di fiume degli Zamboni, ed un po' ovunque in primavera ed autunno, quando allo schiudersi degli Esami, inizia l'alacre attività di impollinazione di questi lontani parenti del Libretto Domestico.
La struttura sociale degli Arancioni si basa sulla predominanza di alcuni elementi della famiglia sugli altri. Infatti gli Arancioni sono animali gregari, con forti legami di sangue.
Durante l'ultimo decennio, ho avuto modo di studiare queste straordinarie creature, ed ho ammirato la grande opera etologica, seppur inconsapevolmente, svolta dagli abitanti della città.
Da secoli infatti, una speciale gilda della città, gli Atici (pronunciato in modo da rimare con Prodigy), si occupano di marcare il percorso fatto dai Grandi Arancioni, ed una elite è chiamata al non facile compito di domarli, addestrarli, e condurli.
In genere, viene affidato ad un giovane Atico il compito di condurre un giovane Arancione già domato attraverso la città. Sebbene un cucciolo di Arancione pesi già dalle quattro alle cinque tonnellate, è di temperamento più docile rispetto agli adulti.
I capi clan vivono anche fino a ottant'anni, ma in ogni caso, il loro codice genetico differisce in alcuni tratti essenziali, non ancora identificati dai ricercatori, da quelli degli altri Arancioni. Ci troviamo di fronte, quindi, a vere e proprie dinastie.
Gli aborigeni, di generazione in generazione, marcano con appositi segnali i capi clan, in modo da conoscere gli spostamenti delle creature e poterne giovare beneficio.
I capi clan più conosciuti sono il Grande 14 ed il Grande 13, che tagliano la regione in lungo e in largo, mentre la più alta densità di esemplari si ha nel bacino della Stazione, un'area paludosa ove si possono vedere Arancioni di ogni tipo e dimensione. Il Grande 13 in particolare copre ogni giorno una grande distanza, arrivando oltre i confini esterni di Murria da un lato, e lontano verso i campi dei nomadi Panigali dall'altro.
Altri esemplari degni di nota sono i Grandi Blu, una varietà di Physeter Bus che risale le correnti fino alle montagne, o le percorre in direzione del mare, caratterizzata da stazza maggiore rispetto agli Arancioni, e da carattere più aggressivo.
Le comunità locali naturalmente possiedono conoscenze specifiche degli Arancioni che transitano nella loro zona: i Massarenti hanno anche creato una razza nana di Arancione, un ibrido che si ottiene dall'unione di una femmina di 25 adulta ed un giovane maschio di Navetta C: il 36. Si tratta di una varietà molto schiva, ma dal temperamento mite, che vive tra la stazione e il territorio dei Massarenti.
A volte alcuni esemplari notturni si vedono saltare nel Rizzoli, il canale più ampio nell'area dei Portici, ma gli Arancioni, una volta domati e addomesticati, sono creature quasi esclusivamente diurne.
Come ultima nota, riportiamo la diffussa credenza in una forema di divinazione legata agli Arancioni, una forma di vaticinio declamata dall'Orario, secondo la quale sarebbe effettivamente possibile predire i flussi di Arancioni.
a veces, lo más sano
es ser esa nota al pie que, solapadamente,
destruye el edificio argumentativo
del libro que la incluye.
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